La Storia dell'Anarchia
L'anarchia, l'assenza di governo e per riflesso l'affermazione assoluta della libertà individuale, è una concezione politica antica, risalente a metà Ottocento. Ciò non significa, tuttavia, che in precedenza non esistesse il termine il quale, al contrario, è stato impiegato fin dall'antichità.
È importante però sottolineare la cesura verificatasi nell'Ottocento, epoca nella quale l'anarchismo diviene una filosofia politica, mentre in precedenza la connotazione era prettamente negativa.
Anarchia era, infatti, sinonimo di caos, derivante dalla mancanza d'ordine sociale imposto da un potere, e bisogna attendere secoli per assistere ad una trasformazione del concetto.
Nell'età moderna l'anarchismo viene, infatti, ad affiancarsi a termini densi di significati profondi quali uguaglianza, intesa nel senso di parità tra il genere maschile e femminile e di uguali diritti degli individui di razze diverse.
Tale concezione si collega quindi all'ideale della pace tra i popoli, sfociando in posizioni di ripudio della guerra in nome della convivenza tra le persone di diverse etnie, libere da ogni dominio.
La premessa per raggiungere la pace e l'abolizione del le disparità è costituita dalla rivoluzione, l'inevetabile tabula rasa che consente di creare una nuova società. Alla rivoluzione hanno partecipato i creatori dell'anarchismo moderno, tra i quali ricordiamo Bakunin e Proudhon.